Le differenze tra la gestione del denaro tramite Poste Italiane e una banca sono significative e riguardano sia la natura degli istituti sia i servizi offerti e le garanzie sulla protezione dei depositi. Comprendere queste distinzioni è fondamentale per chi deve scegliere dove aprire un conto corrente o gestire i propri risparmi.
La natura degli istituti: Poste Italiane non è una banca
La prima grande differenza consiste nella natura giuridica degli enti coinvolti. Poste Italiane, pur offrendo servizi di gestione del denaro molto simili a quelli delle banche tradizionali, non è formalmente una banca. Si tratta di una società per azioni, partecipata in larga misura dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, il che la differenzia dagli istituti di credito tradizionali che sono soggetti al sistema bancario italiano e regolamentati come banche vere e proprie.
Questa distinzione ha conseguenze dirette sia sulla regolamentazione sia sulle garanzie offerte ai correntisti. Mentre una banca è un intermediario finanziario autorizzato secondo la normativa bancaria, Poste Italiane offre prodotti finanziari attraverso la divisione BancoPosta, ma senza essere soggetta alle stesse disposizioni bancarie in materia di tutela dei depositi.
Protezione dei depositi e Fondo Interbancario
Un aspetto chiave che distingue le due realtà riguarda la tutela dei depositi. Le banche italiane, sia tradizionali che online, aderiscono al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, che garantisce ogni singolo correntista fino a 100.000 euro in caso di insolvenza o fallimento della banca. Questo meccanismo offre una sicurezza importante per chi deposita i propri risparmi in banca.
Poste Italiane, invece, non aderisce a questo fondo. I depositi sui conti BancoPosta, pur godendo di un elevato livello di affidabilità per la solidità della società e la presenza dello Stato come azionista di maggioranza, non sono formalmente protetti dal Fondo Interbancario. In caso di default dell’ente – scenario considerato molto improbabile – il correntista postale non avrebbe la stessa tutela automatica prevista per quelli bancari.
Servizi bancari e servizi postali: analogie e differenze
Negli ultimi anni i prodotti offerti da entrambe le realtà si sono avvicinati molto. Sia i conti correnti bancari che quelli postali consentono ai clienti di mettere in atto le principali operazioni quotidiane: depositare denaro contante, ricevere accrediti di stipendio o pensione, effettuare bonifici, gestire assegni, compiere acquisti online e nei negozi fisici tramite carte di debito (bancomat o postamat). Entrambi offrono app per gestire rapidamente il proprio conto e servizi di banking di base ben sviluppati.
La differenza si nota soprattutto quando si passa ai prodotti finanziari più complessi o a servizi di investimento avanzati. Le banche presentano tipicamente una gamma molto ampia di strumenti di investimento – titoli, fondi comuni, gestioni patrimoniali, assicurazioni finanziarie, mutui e prestiti – e sono in grado di strutturare soluzioni personalizzate in base alle esigenze del cliente.
Poste Italiane, attraverso BancoPosta, negli ultimi anni ha ampliato la propria offerta con prodotti di risparmio e strumenti di investimento, ma le proposte rimangono generalmente meno articolate rispetto a quelle delle banche e il target principale resta il risparmiatore comune, interessato alla semplicità e alla solidità del gestore.
Piani tariffari e costi di gestione
Nel confronto tra costi di gestione, la differenza tra conto bancario e conto postale si è notevolmente ridotta. In passato, i prodotti postali erano percepiti come più economici, soprattutto per quanto riguarda le spese fisse e i servizi principali. Oggi le banche hanno abbattuto o azzerato molti dei loro costi, soprattutto con l’arrivo dei conti online, proponendo canoni competitivi anche rispetto a BancoPosta.
È importante quindi analizzare in dettaglio i costi di gestione: molti conti postali richiedono il versamento di un canone annuo, così come i conti bancari; le differenze si notano per lo più sulle commissioni relative alle operazioni allo sportello o ai bonifici, dove a seconda delle promozioni del momento uno dei due può risultare più conveniente dell’altro. Per esigenze basilari, entrambi offrono ormai condizioni molto simili, mentre nel caso di operatività più avanzata le banche possono offrire maggior flessibilità e scelta.
Vantaggi e limiti di ciascuna scelta
Sebbene dal punto di vista della gestione quotidiana non esistano differenze sostanziali tra un conto postale e uno bancario, la scelta dovrà tenere conto di alcuni vantaggi e limiti specifici:
- Solidità percepita: lo Stato è tra i principali azionisti di Poste Italiane, mentre le banche hanno governance più diversificate. In entrambi i casi la probabilità di fallimento è considerata remota, ma solo le banche aderiscono al meccanismo di garanzia del Fondo Interbancario.
- Gamma dei servizi: per chi necessita di strumenti di investimento avanzati o servizi finanziari personalizzati, la banca rimane la scelta migliore. Le Poste restano più orientate al risparmiatore prudente e a chi cerca soluzioni semplici per la gestione della liquidità .
- Innovazione e tecnologia: le banche, specie quelle online, sono spesso all’avanguardia nelle tecnologie per la gestione via app e nell’integrazione con altri strumenti digitali. BancoPosta, tuttavia, ha colmato gran parte del divario anche in questo ambito.
- Operatività quotidiana: per depositare denaro, ricevere lo stipendio, prelevare contanti e compiere le operazioni più comuni, non esistono oggi differenze sostanziali.
Sicurezza e tracciabilità delle operazioni
Sotto il profilo della tracciabilità , sia le poste sia le banche offrono strumenti tracciabili – bonifici, carte, pagamenti elettronici – validi ai fini fiscali per il riconoscimento dei benefici e per la detrazione di spese agevolate. Sul piano pratico e legale, tenere soldi in un conto postale equivale a depositarli in banca per quanto riguarda la trasparenza verso il fisco e la possibilità di gestire i pagamenti in modo elettronico e sicuro.
Dal punto di vista della sostenibilità delle operazioni e della solida gestione dei risparmi, la differenza fondamentale resta quella della garanzia formale sui depositi: se per piccoli importi la questione può essere trascurata, per somme più ingenti è da valutare con attenzione la copertura formale del Fondo Interbancario offerta solo dalle banche.
La scelta tra posta e banca: valutazioni conclusive
La decisione finale tra l’affidarsi a una banca o alle poste deve tenere conto delle necessità individuali. Chi cerca sicurezza assoluta sui depositi di elevate dimensioni dovrebbe preferire una banca. Chi privilegia la semplicità , la capillarità degli uffici postali (soprattutto nelle aree meno servite), e non ha esigenze di investimento avanzato, può trovare nelle Poste una soluzione pratica e affidabile.
Infine, lo sviluppo dei servizi di banking digitale ha ormai reso quasi indistinguibile l’esperienza di gestione di un conto tra i due operatori, almeno per le funzioni di base. Tuttavia, la differenza di fondo nella natura giuridica e nel sistema di garanzia dei depositi rimane il vero elemento distintivo tra posta e banca. Chi desidera una tutela formale fino a 100.000 euro per i propri risparmi deve essere consapevole che questa è un’esclusiva delle banche italiane aderenti al Fondo Interbancario.