La convinzione che la candeggina sia in grado di eliminare il 99% dei batteri è molto diffusa nelle pratiche domestiche e professionali, ma questa affermazione richiede alcune precisazioni scientifiche e pratiche. Come spesso accade con i messaggi pubblicitari e le credenze popolari, anche nel caso dei disinfettanti occorre distinguere tra le condizioni ideali di laboratorio e la realtà dell’uso quotidiano.
Principio attivo e meccanismo d’azione
Il principale componente della candeggina è l’ipoclorito di sodio, un potente ossidante che agisce denaturando le proteine presenti nei microrganismi, portando così alla loro inattivazione, soppressione o morte. Grazie a questa azione specifica, la candeggina risulta efficace non solo contro una vasta gamma di batteri patogeni, ma anche su virus, funghi e muffe, motivo per cui viene impiegata in ambito domestico, sanitario e alimentare per la disinfezione di superfici e ambienti.
Nei test microbiologici in laboratorio, la candeggina ha dimostrato realmente di ridurre in modo drastico la quantità di batteri presenti dopo l’applicazione, tanto da raggiungere, in condizioni standard, l’eliminazione di oltre il 99% di alcuni ceppi batterici. Tuttavia, questi risultati non sono sempre riproducibili allo stesso modo nel contesto domestico, dove molti fattori concorrono a determinare la reale efficacia del prodotto.
Fattori che influenzano l’efficacia reale
Affinché la candeggina possa esplicare il massimo potere disinfettante, tre elementi sono fondamentali:
- Concentrazione: La candeggina commerciale venduta nei supermercati contiene normalmente cloro compreso tra il 2% e il 5% (espresso come ipoclorito di sodio). Molto spesso viene ulteriormente diluita per motivi di sicurezza o per ridurre i costi di utilizzo. Tuttavia, per garantire un’efficace azione disinfettante, la concentrazione e la modalità di preparazione della soluzione devono rispettare parametri precisi.
- Tempo di contatto: Nei test di laboratorio, il contatto tra il disinfettante e i microrganismi avviene spesso per tempi significativamente più lunghi di quelli impiegati normalmente nelle pulizie quotidiane. Diversi studi hanno dimostrato che per eliminare la quasi totalità dei batteri potrebbero essere necessarie anche diverse ore di esposizione continua, molto più di quelle applicate durante una tipica pulizia domestica.
- Presenza di sporco: La candeggina, pur essendo un ottimo disinfettante, non è un detergente. Ciò significa che non rimuove lo sporco, ma agisce solamente sui microrganismi eventualmente presenti sulle superfici. La presenza di materiale organico (come grasso, polvere o residui di cibo) può schermare i batteri e limitarne l’inattivazione, rendendo il trattamento meno efficace. Si raccomanda quindi di detergere (cioè rimuovere fisicamente lo sporco) prima di procedere a qualsiasi disinfezione.
Quando l’affermazione è vera e quando rischia di essere fuorviante
Sotto condizioni controllate, con superfici adeguatamente pulite, tempo di contatto prolungato e soluzione di candeggina non eccessivamente diluita, effettivamente è possibile raggiungere una riduzione dei batteri superiore al 99%. È per questo motivo che l’ipoclorito viene usato con successo in ambienti ospedalieri e nell’industria alimentare.
Tuttavia, nell’uso quotidiano di casa le cose cambiano decisamente:
- La soluzione viene spesso diluita senza una misura precisa.
- Le superfici possono essere sporche al momento del trattamento.
- Il tempo di applicazione è quasi sempre inferiore a quello richiesto per una reale battericida ottimale.
- Si ignora o sottovaluta che il cloro nella candeggina tende ad evaporare facilmente e rapidamente, diminuendo progressivamente l’efficacia del prodotto.
Per queste ragioni, l’affermazione sul 99% è veritiera come risultato massimo raggiungibile in condizioni ideali e nei test specifici di laboratorio, ma può essere piuttosto fuorviante se intesa come dato certo per tutte le situazioni pratiche e ordinarie. Alcuni prodotti reclamizzano l’uccisione del 99% dei batteri, facendo però riferimento ai test di laboratorio e non alla rimozione dei patogeni in condizioni reali di pulizia domestica.
L’importanza di un utilizzo corretto
Per ottimizzare l’efficacia della candeggina come disinfettante, è fondamentale:
- Pulire prima le superfici con un detergente, così da eliminare residui e materiali organici che schermano i microrganismi.
- Rispettare le dosi indicate in etichetta per la preparazione della soluzione disinfettante.
- Lasciare agire la soluzione di candeggina per almeno 10-15 minuti sulle superfici, evitando che si asciughi troppo rapidamente.
- Utilizzare la candeggina in ambienti ben ventilati e mai mescolarla con altre sostanze chimiche (es. ammoniaca), per evitare la formazione di vapori tossici.
Benefici e rischi nell’uso domestico
L’utilizzo della candeggina come disinfettante offre, oltre alla comprovata efficacia su batteri, virus e funghi, anche altri vantaggi come il basso costo e la facile reperibilità. Tuttavia, non bisogna trascurare i potenziali rischi per la salute: l’inalazione dei vapori può provocare irritazioni delle vie respiratorie, reazioni allergiche e danni agli occhi o alla pelle. In ambito domestico, è bene adottare sempre misure di sicurezza durante la manipolazione, indossando guanti e evitando il contatto con la pelle o gli occhi.
Si sottolinea inoltre che la candeggina non è efficace contro tutti i microrganismi esistenti; ad esempio, alcune forme di batteri, come le spore, possono risultare molto resistenti anche al trattamento con cloro. In aggiunta, un uso scorretto o eccessivo può avere effetti negativi sull’ambiente e favorire fenomeni di resistenza batterica.
Conclusioni scientifiche e pratiche
Riassumendo, la candeggina è uno dei più potenti agenti disinfettanti disponibili per uso civile e industriale. Nei test di laboratorio, il suo potere di abbattimento della carica microbica raggiunge realmente valori prossimi o superiori al 99% per molti comuni batteri. Tuttavia, questi risultati non sono sempre trasferibili con la stessa intensità alle condizioni ordinarie di utilizzo domestico, dove la variabilità di dosaggio, sporco, tempo di contatto e concentrazione riducono l’efficacia reale della disinfezione.
È essenziale non confondere la funzione disinfettante della candeggina con una funzione detergente: essa non rimuove lo sporco ma neutralizza i patogeni eventualmente presenti, ragion per cui una pulizia preliminare resta sempre indispensabile. Se si desidera sfruttare al meglio il potenziale della candeggina come agente disinfettante, occorre conoscere le corrette modalità d’impiego e le possibili limitazioni di efficacia legate alle reali condizioni d’uso.