Capita a molte persone di sentire odori che in realtà non esistono, anche se nell’ambiente circostante non c’è nulla che possa produrli. Questa curiosa esperienza ha in realtà una spiegazione scientifica e viene definita con il termine fantosmia. Si tratta di un fenomeno che riguarda il nostro sistema olfattivo e il suo modo di funzionare, ma può anche essere collegato ad altri aspetti della salute neurologica e psicologica.
Cos’è la fantosmia e come si manifesta
La fantosmia è un’allucinazione olfattiva, ovvero la percezione di odori che non hanno una fonte reale nell’ambiente. Chi ne soffre può percepire profumi o puzze – spesso sgradevoli, come bruciato, fumo, sostanze chimiche o odori di marcio – senza che ci sia nulla di concreto a produrli. In altri casi, anche se meno frequenti, gli odori percepiti possono essere gradevoli. Queste sensazioni vengono avvertite dal soggetto anche quando altre persone presenti nella stessa stanza non le sentono affatto, perché l’odore non esiste davvero dal punto di vista fisico.
Questa esperienza può durare pochi minuti oppure molto di più e può presentarsi in modo saltuario o più costante. In genere, chi ha episodi di fantosmia riferisce che le sensazioni di odore vanno e vengono, non sono sempre presenti e a volte cambiano intensità o natura.
Cause e meccanismi alla base delle percezioni olfattive illusorie
La fantosmia nasce da un errore nel sistema di elaborazione degli odori. Normalmente, gli odori vengono percepiti da cellule specializzate all’interno del naso (i recettori olfattivi), che catturano molecole odorose dall’aria e inviano un segnale nervoso al cervello, in particolare all’area olfattiva. Qui il segnale viene riconosciuto e identificato come un certo tipo di odore.
Quando si verifica la fantosmia, tuttavia, qualcosa interferisce con questo normale percorso sensoriale. Possono esserci varie cause, tra cui:
- Disfunzioni del sistema nervoso, spesso dovute a danni delle cellule nervose deputate all’olfatto.
- Traumi cranici, che possono alterare il funzionamento delle aree cerebrali che elaborano gli odori.
- Infezioni delle vie respiratorie o sinusiti gravi, che provocano infiammazione e modificano la trasmissione dei segnali olfattivi.
- Alcune malattie neurologiche, come il morbo di Parkinson o la schizofrenia.
- Tumori cerebrali che colpiscono in particolare la corteccia olfattiva, cioè l’area che interpreta i segnali degli odori.
- In rari casi, anche disturbi psichiatrici possono essere associati a percezioni olfattive illusorie.
Non di rado, la fantosmia si manifesta dopo aver subito una forte influenza o infezione delle vie respiratorie, o dopo lesioni alla testa. Spesso però non si riesce a individuarne con precisione la causa.
I diversi tipi di alterazioni dell’olfatto
La fantosmia si distingue da altri disturbi dell’olfatto che possono creare confusione. Esistono diverse forme di anomalie olfattive:
- Fantosmia: si sentono odori che non sono realmente presenti nell’ambiente.
- Parosmia: si percepisce un odore reale, ma viene riconosciuto (o interpretato) in modo sbagliato. Ad esempio, il profumo del caffè viene identificato come odore di benzina.
- Cacosmia: è una forma di parosmia in cui qualunque odore reale viene percepito come sgradevole o disgustoso, anche se la sua natura reale non lo è.
- Iperosmia: è una sensibilità eccessiva agli odori effettivamente presenti, percepiti in modo molto amplificato.
Questi disturbi si differenziano per il modo in cui la persona elabora e interpreta le informazioni provenienti dall’apparato olfattivo, ma hanno tutte origine nella complessa relazione tra recettori olfattivi, sistema nervoso e cervello.
Fattori psicologici e altre condizioni riferite all’olfatto
Oltre alle cause fisiche e neurologiche, è possibile che la percezione di odori inesistenti sia collegata a fattori psicologici. In alcuni casi compare nell’ambito di disturbi ossessivo-compulsivi o ansia, dove la paura di avere un cattivo odore (nota come sindrome da riferimento olfattivo) porta la persona a convincersi di percepire un odore sgradevole anche se questo non ha alcun riscontro nella realtà oggettiva.
Chi soffre di questa sindrome può sviluppare veri e propri comportamenti compulsivi, come lavaggi continui, uso eccessivo di deodorante o richieste ripetute di rassicurazione da parte degli altri.
Negli ultimi anni, diversi studi hanno collegato alcuni episodi di alterazione olfattiva – come fantosmia e parosmia – a infezioni virali, tra cui il recente COVID-19. Nei pazienti affetti, sono stati documentati casi in cui alimenti e sostanze comuni venivano percepiti con un odore completamente diverso o addirittura sgradevole.
Quando è il caso di preoccuparsi?
Nella maggior parte dei casi, la presenza occasionale di odori inesistenti è benigna e tende a scomparire da sola. Tuttavia, se il fenomeno si ripete spesso, diventa fastidioso o si associano altri disturbi (mal di testa, difficoltà cognitive, perdita di sensibilità), è opportuno consultare un medico specialista per escludere la presenza di problemi neurologici o altre patologie.
La diagnosi di fantosmia viene fatta attraverso una visita clinica accurata e, se necessario, esami neurologici, test delle capacità olfattive e, in casi particolari, imaging cerebrale. Il trattamento dipende ovviamente dalla causa sottostante: se si trova una causa specifica, questa va affrontata; se non si individua una causa, il medico potrà proporre rimedi sintomatici o semplici accorgimenti per migliorare la qualità della vita.
È importante non spaventarsi: molte persone sperimentano fenomeni temporanei di odori inesistenti, soprattutto in periodi di stress o dopo malattie infettive che hanno interessato il naso e i seni paranasali.
In sintesi, la sensazione di percepire odori che non esistono è spesso il risultato di una temporanea alterazione della normale comunicazione tra naso e cervello, dovuta a ragioni fisiche, neurologiche o psicologiche. Rivolgersi a un medico permette di chiarire la natura del disturbo e trovare, se necessario, la soluzione migliore.