Hai 50.000 euro sul conto? Ecco dove tenerli per non perderli e guadagnare

Quando si dispone di 50.000 euro su un conto corrente, l’obiettivo principale dovrebbe essere quello di proteggerli dall’inflazione e dalla scarsa remunerazione dei conti tradizionali, così da non vedere il valore del capitale ridursi nel tempo e poter cogliere opportunità di rendimento. Una corretta pianificazione finanziaria, affiancata da una diversificazione mirata, risulta essenziale per un approccio responsabile e sicuro verso il proprio patrimonio.

Perché non lasciare i soldi fermi sul conto

Un deposito bancario tradizionale, specialmente se superiore ai 100.000 euro, espone l’investitore a rischi sia di rendimento nullo che, in casi eccezionali, di bail-in o insolvenza dell’istituto. Inoltre, l’inflazione erode ogni anno il potere d’acquisto dei risparmiatori; tenere 50.000 euro fermi sul conto significa veder diminuire progressivamente il valore reale di questa somma.

Le alternative considerate più solide e comuni in Italia sono titoli di Stato a breve termine, conti deposito e buoni fruttiferi postali. Questi strumenti garantiscono maggiore sicurezza rispetto al conto corrente, pur offrendo rendimenti contenuti, spesso attorno al 3-4% annuo nei periodi più favorevoli.

Diversificare il capitale: come e perché

La diversificazione è la chiave per ridurre i rischi e ottimizzare i rendimenti. Un esempio tipico di suddivisione equilibrata di un patrimonio di 50.000 euro prevede:

  • 30% in strumenti liquidi e a basso rischio: titoli di Stato a breve termine, conti deposito, buoni fruttiferi postali. Serve a garantire sicurezza, accessibilità rapida e stabilità, proteggendo una parte del capitale dagli imprevisti.
  • 30% in obbligazioni di qualità: possono essere governative o corporate, meglio se con rating elevato, per un equilibrio tra rendimento e rischio.
  • 40% in investimenti più dinamici: ETF diversificati, azioni di settori in crescita (tecnologia, energie rinnovabili, salute), oppure strumenti alternativi come quote di fondi comuni, in funzione del proprio profilo di rischio e orizzonte temporale.

Le obbligazioni garantiscono un flusso di cedole già noto e un rischio più basso rispetto alle azioni, mentre ETF e azioni offrono opportunità di crescita maggiori ma a fronte di una volatilità più elevata, adatta a chi punta su un orizzonte temporale medio-lungo.

Investimenti assicurativi: protezione e rendimento

Per chi desidera unire la crescita del capitale alla protezione del patrimonio, le soluzioni assicurative rappresentano una valida alternativa. Strumenti come le polizze ramo I e le gestioni separate propongono vantaggi specifici:

  • Il capitale investito è insequestrabile e impignorabile nei limiti previsti dalla legge.
  • Riduzione della volatilità e del rischio grazie alle gestioni separate.
  • Tassazione agevolata e nessuna tassa di successione su questi prodotti.
  • Premi aggiuntivi e bonus di rendimento, come il 3% in due anni per alcuni contratti (es. Sicura100).

Una polizza assicurativa multiramo, combinando componenti di gestione separata e unit linked, permette di calibrarsi su differenti livelli di rischio e rendimento, offrendo un equilibrio tra sicurezza e crescita potenziale.

Soluzioni innovative e strategie per il futuro

Negli ultimi anni stanno crescendo le opportunità offerte da strumenti innovativi come il crowdfunding e gli investimenti alternativi, ad esempio nei real asset o nelle start-up tramite equity crowdfunding. In questo caso, è essenziale mantenere la diversificazione come principio guida, destinando solo una piccola parte del portafoglio (ad esempio il 5-10%) a queste opportunità dall’alto potenziale ma dal rischio più elevato.

Un’altra soluzione spesso consigliata, soprattutto all’interno di un portafoglio ben bilanciato, è la creazione di un fondo d’emergenza, destinando una quota del capitale a strumenti liquidi (come conti deposito svincolabili o buoni fruttiferi) remunerati attorno al 3-4% annuo, facilmente disinvestibili in caso di necessità improvvisa.

Sul fronte dei mercati finanziari tradizionali, gli ETF rappresentano una delle scelte preferenziali per una gestione autonoma, grazie a bassi costi, ampia diversificazione e possibilità di espandere il portafoglio anche verso mercati tematici o settoriali di interesse. In ogni caso, la suddivisione tra asset difensivi (obbligazioni, liquidità) e asset più volatili (azioni, ETF azionari) va calibrata sulla propria propensione al rischio e sull’orizzonte temporale dell’investimento.

Un aspetto importante resta anche la consapevolezza dei costi di gestione. I fondi comuni venduti in banca, specie se a gestione attiva, spesso presentano costi maggiori rispetto agli ETF o ai fondi a gestione passiva; è quindi cruciale valutare attentamente le spese ricorrenti e prediligere strumenti trasparenti e ben regolamentati.

Infine, anche se gli immobili tradizionali non sembrano oggi garantire rendimenti superiori a quelli degli investimenti finanziari o vincolano il capitale a lungo termine, l’esposizione indiretta agli investimenti immobiliari attraverso ETF REITs può offrire nuova diversificazione mantenendo liquidità e flessibilità.

La gestione ottimale di 50.000 euro non si limita a tenere i soldi fermi ma si fonda su scelte consapevoli, diversificazione e attenzione sia al rischio che al rendimento atteso. Un portafoglio intelligente, costruito su misura delle proprie esigenze e continuamente monitorato, protegge e valorizza il capitale anche in uno scenario economico complesso e mutevole.

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