Nel contesto attuale, il livello minimo di stipendio necessario per acquistare una casa in Italia è oggetto di analisi da parte di esperti del settore immobiliare, istituti di statistica e associazioni di categoria. L’aumento dei prezzi delle abitazioni, il potere d’acquisto stagnante o in diminuzione e la crescita dei tassi di interesse sui mutui hanno reso questo obiettivo sempre più impegnativo per molte famiglie. Acquistare un’abitazione di medie dimensioni nelle grandi città italiane comporta, spesso, la necessità di destinare una quota significativa del proprio reddito per diversi anni, con variazioni anche sostanziali a seconda della zona geografica e della professione dell’acquirente.
Quanti stipendi servono davvero per comprare casa oggi?
Le più recenti rilevazioni estese sul territorio italiano segnalano che in media occorrono tra 6 e 7 annualità di stipendio per acquistare un immobile di circa 80-85 metri quadrati nelle grandi città italiane. Questa cifra è calcolata considerando che il reddito annuo sia destinato interamente all’acquisto di un’abitazione, ipotesi teorica che nella pratica è irrealizzabile a causa delle spese correnti per la vita quotidiana, ma utile per comprendere il rapporto tra il costo degli immobili e il reddito disponibile.Per esempio, secondo l’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa nel 2024 servono in media 6,5 annualità di stipendio nelle grandi città.
Nel dettaglio, la situazione può variare considerevolmente:
- Milano: emerge come la città più costosa, dove occorrono in media oltre 15 annualità di stipendio per poter acquistare una casa di 80 m2 nei quartieri centrali. Il prezzo medio al metro quadro è tra i più alti in Italia, e il potere d’acquisto è tra i più penalizzati. La distanza tra stipendio medio e valore degli immobili rende il mercato milanese uno dei meno accessibili a livello nazionale.
- Roma: registrata una media di 6,7 annualità di stipendio per una abitazione di medie dimensioni, grazie a livelli di reddito e prezzi delle case inferiori rispetto a Milano, pur mantenendosi tra le mete più ambite e costose.
- Napoli e Firenze: la situazione è simile, con 8 annualità a Napoli e 7,6 annualità a Firenze. Il divario tra reddito e prezzo degli immobili si riduce leggermente rispetto a Milano, ma resta significativo.
- Genova: è tra le città più accessibili, dove servono solo 2,9 annualità di stipendio.
- Torino e Palermo: per acquistare una casa di medie dimensioni sono sufficienti 3,9 annualità, un dato che riflette la perdita di valore del mercato immobiliare locale negli ultimi dieci anni.
Lo stipendio minimo richiesto e le differenze territoriali
Il requisito di reddito minimo per comprare casa varia drasticamente tra le città capoluogo e le aree periferiche. Secondo i più recenti studi, una famiglia con reddito annuo inferiore a 24.000 euro entra nella fascia per cui la casa di proprietà risulta “un obiettivo impossibile” in molte aree urbane italiane. Circa 10 milioni di famiglie si trovano in questa situazione, soprattutto nelle città di Milano, Roma, Napoli, Firenze e Venezia.
La situazione, infatti, cambia sensibilmente accedendo al mercato immobiliare delle province e delle città minori, dove il costo delle abitazioni è più contenuto e il rapporto tra stipendio e costo della casa è più equilibrato. Qui, il salario medio può risultare sufficiente per accedere a mutui con rate sostenibili e tempi di ammortamento inferiori.
Il ruolo del mutuo e l’impatto dei tassi d’interesse
Acquistare casa spesso presuppone la sottoscrizione di un mutuo ipotecario, soluzione scelta dalla maggior parte degli italiani. L’aumento dei tassi d’interesse registrato tra il 2023 e il 2024 ha incrementato notevolmente il costo annuale delle rate e, di conseguenza, ha innalzato il limite minimo di stipendio compatibile con la possibilità di ottenere un mutuo. Le banche richiedono generalmente che la rata del mutuo non superi il 30-35% dello stipendio mensile netto.
Un esempio pratico nella città di Milano indica che, con un tasso del 4% e un mutuo trentennale, uno stipendio annuo di circa 18.600 euro permette di finanziare solo 31 metri quadrati in centro. Per un appartamento di 80 m² servirebbe dunque uno stipendio annuo di almeno 45.000-50.000 euro, tenendo conto delle altre spese di vita. In contesti meno costosi, come Genova o Palermo, lo stipendio necessario per sostenere un mutuo per una casa della stessa superficie può scendere anche sotto i 25.000 euro annui.
È fondamentale considerare anche la composizione familiare e la presenza di altri debiti o impegni. Numerose famiglie sono costrette a orientarsi verso soluzioni alternative, come l’acquisto in aree periferiche o l’affitto a lungo termine, mentre emerge il ricorso crescente alla co-intestazione del mutuo tra più componenti del nucleo familiare.
Strategie e consigli per chi vuole comprare casa
L’accesso all’acquisto immobiliare implica quindi attente valutazioni e spesso una pianificazione finanziaria di medio-lungo termine. Per rendere sostenibile l’acquisto della casa, è opportuno adottare alcune strategie:
- Valutare attentamente il budget disponibile, considerando non solo il prezzo d’acquisto ma anche i costi accessori (notarili, catastali, tasse, arredi).
- Considerare le agevolazioni fiscali e i bonus prima casa destinati ai giovani o alle famiglie, che possono ridurre l’esborso iniziale.
- Optare per zone in fase di valorizzazione, dove i prezzi sono più contenuti ma il potenziale di rivalutazione negli anni è alto.
- Richiedere valutazioni personalizzate alle banche in fase di mutuo, confrontando con attenzione offerte e tassi d’interesse.
- Pianificare un risparmio costante per la quota di anticipo (solitamente tra il 20% e il 30% del valore dell’immobile).
La consultazione di esperti del settore, agenti immobiliari e consulenti creditizi è stata giudicata sempre più importante per orientarsi tra proposte di acquisto, bandi pubblici e mutui agevolati.
In sintesi, la soglia di stipendio minimo necessaria per comprare casa oggi in Italia resta fortemente legata al contesto geografico, alle quotazioni immobiliari, alle condizioni economiche generali e alla capacità di pianificare investimenti e risparmi. Le disparità tra le grandi città e le province rimangono molto ampie, come emerge dalle statistiche più recenti: Milano e le città d’arte sono molto meno accessibili rispetto al Sud e alle aree urbane secondarie. La casa di proprietà resta un obiettivo, ma occorre strategia e valutazione attenta delle proprie risorse economiche per trasformarlo in realtà. Le analisi condivise dagli enti di settore segnano quindi una linea netta tra chi può accedervi e chi, almeno oggi, è costretto a rimandare o a riformulare le proprie aspettative, in attesa di condizioni economiche più favorevoli.