Attenzione prima di denunciare qualcuno: ecco i motivi validi riconosciuti dalla legge

Nel sistema giuridico italiano, il tema della denuncia merita un’approfondita valutazione prima di essere affrontato. La denuncia costituisce infatti un atto formale attraverso cui una persona porta a conoscenza dell’autorità giudiziaria o di polizia la notizia di un reato. Non tutte le segnalazioni, tuttavia, hanno valore legale: esistono criteri rigorosi riconosciuti dalla legge affinché una denuncia sia considerata fondata e non possa, al contrario, incorrere nel rischio di denuncia per calunnia, diffamazione o abuso del diritto.

Distinzione tra denuncia, querela ed esposto: definizioni e prerogative

Prima di approfondire i motivi validi, è fondamentale distinguere gli strumenti a disposizione del cittadino nel segnalare condotte illecite:

  • Denuncia: è l’atto con cui chiunque ha notizia di un reato perseguibile d’ufficio ne informa il pubblico ministero o la polizia giudiziaria. Questa può essere presentata da qualsiasi cittadino e non necessariamente dalla persona offesa. Tipici esempi sono i reati gravi come furto, rapina, truffa, incendio, ecc.
  • Querela: rappresenta l’atto con cui la persona direttamente offesa da un reato (come ingiurie, minacce, diffamazione) manifesta la volontà che si proceda penalmente contro il presunto autore. Ha termine di decadenza di tre mesi dal fatto e si può ritirare successivamente.
  • Esposto: consiste in una comunicazione all’autorità per rappresentare una situazione dubbia o problematica, senza una specifica accusa di reato. Serve per chiedere un intervento preventivo o per chiarire posizioni tra le parti.

I motivi validi per la presentazione di una denuncia, secondo la legge

La legge italiana prevede diverse motivazioni legittime che giustificano la presentazione di una denuncia:

  • Commissione di un reato perseguibile d’ufficio: Tra questi, ad esempio, vi sono furto, truffa, rapina, estorsione, violenza privata, danneggiamento rilevante, abuso edilizio, corruzione, spaccio di stupefacenti, violazioni ambientali. In tali casi, il cittadino può (e in alcuni rari casi deve) presentare denuncia alle autorità anche se non è coinvolto direttamente nel fatto.
  • Obbligo di denuncia imposto dalla legge: Sebbene la denuncia sia generalmente facoltativa, la legge impone l’obbligo di procedere in alcuni casi, come nel caso di reati contro la personalità dello Stato (es. terrorismo, atentati), detenzione o smarrimento di armi/esplosivi, ricezione di denaro falso o merci sospette.
  • Violazione delle normative sul lavoro o fiscali: Si può denunciare violazioni come lavoro “nero”, infortuni non segnalati, evasione fiscale, mancato rispetto della sicurezza sul lavoro, contributi non versati.
  • Violazione di norme urbanistiche o ambientali: L’abuso edilizio rientra tra i motivi pienamente riconosciuti, comportando, oltre a provvedimenti amministrativi, anche l’attivazione di un procedimento penale.
  • Segnalazione di illeciti nella pubblica amministrazione (whistleblowing): Il dipendente pubblico o privato che segnala corruzione, malversazioni, frode o gravi violazioni di legge nella propria organizzazione è protetto dalla legge, purché ciò avvenga in modo ragionevole e fondato.

Un elemento comune e necessario a tutte queste ipotesi è la ragionevolezza e la fondatezza della notizia di reato. Chi denuncia deve disporre di elementi oggettivi tali da far ritenere “verosimile” la commissione di un reato. Denunciare senza alcuna prova o sulla base di voci infondate può portare a gravi conseguenze per il denunciante, come l’accusa di calunnia o diffamazione.

Conseguenze della denuncia infondata: quando il denunciante rischia

È fondamentale ricordare che la denuncia deve essere responsabile e fondata su fatti reali, perché il diritto riconosciuto dal nostro ordinamento non è illimitato. Una denuncia falsa o infondata può esporre il denunciante ai reati di calunnia (art. 368 c.p.) – attribuzione consapevolmente falsa di un reato a un innocente – o diffamazione, se la segnalazione infondata viene portata a conoscenza anche di terzi.

La distinzione tra l’errore e la malafede è tuttavia rilevante: se il denunciante era convinto ragionevolmente di aver assistito o di essere venuto a conoscenza di un reato, e lo ha fatto in buona fede, difficilmente potrà essere accusato di calunnia, a meno che non emerga una consapevole volontà di accusare ingiustamente. Sono invece punibili le denunce per ripicca, vendetta personale o per danneggiare la reputazione di altre persone senza alcun elemento oggettivo.

Linee guida e raccomandazioni prima di procedere con una denuncia

Alla luce di quanto analizzato, occorre valutare alcuni passaggi fondamentali prima di prendere l’iniziativa di denunciare qualcuno:

  • Verificare la sussistenza di un’effettiva violazione di legge e raccogliere, se possibile, elementi oggettivi che possano suffragare la denuncia.
  • Accertarsi se si tratta di un reato perseguibile d’ufficio o se occorra la querela della persona offesa per attivare le indagini penali.
  • Valutare se la propria posizione processuale è di mero testimone, persona offesa o altra parte interessata.
  • Informarsi sulle modalità di presentazione: la denuncia può essere presentata verbalmente o per iscritto presso qualsiasi comando di polizia, carabinieri, Guardia di Finanza, o direttamente alla Procura della Repubblica. Anche online, tramite moduli elettronici, è oggi possibile firmare e inviare la denuncia per alcune tipologie di reato.
  • Conoscere i diritti e i rischi connessi all’atto della denuncia: chi denuncia è, di norma, tutelato dalla riservatezza e, in caso di whistleblowing, anche da possibili ritorsioni sul posto di lavoro. Sono invece punite tutte le forme di abuso del diritto di denuncia.

Nel caso degli illeciti lavorativi e amministrativi segnalati dal whistleblower, la normativa prevede canali specifici di segnalazione interna, esterna e pubblica. Il segnalante gode di tutela in virtù della direttiva UE 2019/1937 purché sussista un ragionevole e fondato motivo di ritenere le informazioni vere e rientranti nella normativa. L’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) è l’ente competente a ricevere, gestire e seguire l’iter di queste segnalazioni.

Infine, è sempre utile consultare un avvocato esperto in materia penale – soprattutto in situazioni controverse – per valutare la pertinenza e la rischiosità della propria segnalazione, nonché per ricevere assistenza nella redazione dell’atto.

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