Il gioco dei Gratta e Vinci è uno dei passatempi più popolari in Italia, attirando milioni di appassionati che cercano la fortuna tra le varie tipologie di biglietti. Tuttavia, non tutti conoscono i dettagli economici che ruotano attorno al settore, specialmente quanto effettivamente guadagna il rivenditore autorizzato su ogni biglietto venduto, sia quando è vincente sia quando non lo è. Comprendere la filiera del guadagno permette di illuminare meccanismi spesso poco noti che alimentano l’interesse e la diffusione di questi prodotti nei bar, nelle tabaccherie e nei punti vendita autorizzati.
Il ruolo del rivenditore nella filiera dei Gratta e Vinci
Il rivenditore di Gratta e Vinci rappresenta un fondamentale anello della catena distributiva: il suo compito è offrire ai giocatori i biglietti e consentire la riscossione delle vincite fino a determinate soglie di importo. Il rivenditore si approvvigiona dei biglietti attraverso specifici canali ufficiali e, per ciascun tagliando venduto, percepisce una parte del prezzo pagato dal cliente. Questo margine costituisce la sua provvigione o commissione sulla vendita.
La percentuale di guadagno concessa al rivenditore è regolamentata e varia in base alle convenzioni stipulate con l’ente concessionario. Questa quota è normalmente intorno all’8% sul valore nominale di ogni biglietto venduto; ciò significa che, a titolo esemplificativo, su un biglietto da 5 euro, il rivenditore mediamente incassa circa 0,40 euro come remunerazione per la vendita. Tuttavia questa cifra può subire leggere variazioni a seconda dei periodi, delle promozioni e di specifiche politiche aziendali del concessionario.
Il guadagno effettivo sulla giocata vincente
Un aspetto molto interessante riguarda ciò che accade quando un cliente vince e si reca dal rivenditore per riscuotere il premio. La procedura prevede che il biglietto venga controllato dal rivenditore stesso e che la vincita, fino a un tetto massimo prefissato (solitamente 500 euro per vincite immediate in contanti), venga pagata direttamente dal punto vendita. Per le vincite di importo superiore è necessario seguire una specifica procedura presso la banca incaricata o l’Ufficio Premi.
Al contrario di quanto molti pensino, il rivenditore non intasca alcuna percentuale aggiuntiva sul premio riscattato dal vincitore. Il suo guadagno resta fermo alla commissione sull’erogazione del biglietto iniziale. L’unico caso in cui la commissione subisce variazioni riguarda il servizio di pagamento delle vincite di fascia bassa o media: spesso per la riscossione di questi premi viene riconosciuto al rivenditore un ulteriore importo simbolico, definito come compenso di servizio, ma si tratta generalmente di cifre fisse molto contenute, pensate solo per incentivare la corretta erogazione delle vincite e la collaborazione dei punti vendita.
I commercianti hanno quindi tutto l’interesse a vendere il maggior numero possibile di biglietti, indipendentemente dal fatto che siano vincenti o meno, perché il loro ricavo deriva dal volume di tagliandi commercializzati e non dalle vincite effettivamente pagate ai clienti.
Distribuzione degli incassi: quanto resta tra Stato, concessionario e giocatori
Quando si acquista un biglietto Gratta e Vinci, il prezzo pagato viene suddiviso tra vari soggetti:
- Lo Stato, che incassa una parte rilevante come forma di gettito fiscale
- Il concessionario (l’azienda che gestisce le lotterie istantanee), che trattiene una quota per la gestione, distribuzione e promozione del gioco
- I giocatori, destinatari della restituzione in premi, che mediamente assorbono tra il 60% e il 75% della raccolta complessiva attraverso le vincite distribuite nei vari giochi disponibiliGratta e Vinci
- Il rivenditore, che come visto riceve una commissione sull’importo del biglietto venduto
Secondo i dati diffusi dagli stessi concessionari e da fonti ufficiali, il valore complessivo medio della restituzione in vincite può arrivare fino al 75% dell’incasso. Questo significa che mediamente, ogni 100 euro spesi in biglietti, circa 75 euro tornano ai giocatori sotto forma di premi, mentre il restante 25% viene suddiviso tra Stato, concessionario e rivenditori. Il payout, ovvero la percentuale di ritorno ai giocatori, è quindi una variabile cruciale per valutare la convenienza del gioco per l’utente finale e stabilire le prospettive di guadagno degli altri soggetti coinvolti.
Altri aspetti economici e fiscali connessi
Oltre al guadagno diretto sul biglietto venduto, il rivenditore può beneficiare indirettamente di un aumento del traffico nel punto vendita, poiché la vendita dei Gratta e Vinci spesso favorisce ulteriori acquisti correlati (tabacchi, giornali, snack). Ciò contribuisce a rendere l’offerta dei biglietti particolarmente apprezzata dai commercianti, anche al di là del margine diretto sulla vendita dei tagliandi.
Altro tema fondamentale è la tassazione sulle vincite. Dal 1° marzo 2020, in base alla normativa vigente, tutte le vincite superiori a 500 euro sono tassate al 20%. Questa ritenuta viene applicata direttamente dall’ente pagatore al momento della riscossione della vincita, quindi il giocatore si vede accreditare l’importo netto sul proprio conto oppure riceve l’importo già decurtato in filiale. Il rivenditore non è in alcun modo coinvolto nell’applicazione della tassazione sulle vincite alte: il suo ruolo resta puramente quello di intermediario per la vendita dei biglietti e, nei casi previsti, per il pagamento delle piccole somme in contanti.
Probabilità di vincita e impatto sui guadagni della filiera
La probabilità di vincere qualcosa acquistando un Gratta e Vinci è mediamente di 1 su 3,60, sebbene il valore possa variare leggermente a seconda dei diversi prodotti presenti sul mercato. In altre parole, su circa tre o quattro biglietti acquistati, solo uno sarà potenzialmente vincente, e la maggior parte dei premi appartiene alle fasce più basse, inferiore all’importo d’acquisto o di poco superiore. Proprio questa distribuzione delle probabilità permette allo Stato e al concessionario di garantire la sostenibilità economica del gioco, mentre i rivenditori basano la loro strategia di guadagno sul flusso costante e regolare delle vendite più che sulle singole vincite spettacolari.
Da questo sistema emerge come il “vero” vincitore, dal punto di vista economico, non sia tanto il giocatore, quanto piuttosto la filiera che gestisce, distribuisce e promuove il prodotto a livello nazionale. Il rivenditore, pur guadagnando una piccola percentuale su ogni biglietto, può aumentare i propri introiti grazie ai volumi e alla fidelizzazione della clientela, ma resta comunque una figura che trae profitti proporzionati all’intensità della vendita e non dall’eventuale successo del singolo cliente.