Attenzione ai buoni postali ereditati: ecco la verità su cosa succede in successione

Quando una persona viene a mancare e lascia dei buoni fruttiferi postali tra i propri beni, questi strumenti finanziari finiscono a pieno titolo nella massa ereditaria, al pari degli altri asset patrimoniali. Si tratta di un tema molto rilevante per gli eredi, perché la gestione e la riscossione di questi titoli segue regole precise e spesso poco note, con implicazioni sia economiche che legali.

La natura dei buoni fruttiferi postali nella successione

I buoni fruttiferi postali sono strumenti di risparmio emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti e collocati tramite Poste Italiane. Questi titoli sono garantiti dallo Stato Italiano, il che li rende estremamente sicuri. Alla morte dell’intestatario, i buoni diventano parte integrante della successione, entrando a far parte della massa ereditaria che va suddivisa tra gli eredi in base alle normative civilistiche italiane e alle eventuali volontà testamentarie espresse dal defunto.

Quando l’intestazione è singola, ovvero il buono risulta intestato a una sola persona, il titolo non può essere riscosso liberamente da chiunque. Solo gli eredi legittimi (coniugi, figli, altri parenti previsti dalla legge o dal testamento) sono titolati a reclamarne il valore. In presenza di cointestazione, invece, le regole possono essere più complesse e variano a seconda della tipologia di cointestazione e della presenza o meno della clausola di “pari facoltà di rimborso”.

Procedura per la riscossione dopo il decesso

Dopo il decesso dell’intestatario, la riscossione dei buoni fruttiferi postali non avviene in modo automatico. Gli eredi devono avviare apposita pratica di successione presso Poste Italiane. La documentazione solitamente richiesta comprende:

  • Certificato di morte dell’intestatario
  • Dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà o estratto dell’atto di morte che attesti la qualità di eredi
  • Documento d’identità e codice fiscale dei richiedenti
  • Eventuale certificato di successione o copia conforme del testamento
  • Altra documentazione su specifica richiesta dell’ufficio postale
  • Tutti gli eredi devono essere presenti allo sportello oppure conferire mandato, formalizzando la richiesta in modo congiunto. In base alle tempistiche delle Poste e alla completezza delle pratiche, il rimborso richiede normalmente circa tre settimane dalla presentazione di tutta la documentazione necessaria.

    Gestione particolare: cointestazione e diritti degli eredi

    In caso di cointestazione dei buoni fruttiferi postali, il diritto al rimborso subisce alcune variazioni di rilievo. Se il buono era intestato, per esempio, a due persone e una delle due viene a mancare, la quota parte di competenza del deceduto spetta ai suoi eredi. Solo la parte intestata al cointestatario superstite resta di sua piena titolarità. Questo aspetto può generare incertezze e contenziosi, specialmente in presenza di testamenti ambigui o di rapporti familiari complessi.

    Gli eredi hanno comunque diritti specifici sui buoni postali ereditati. Se sono più di uno, tutti devono essere d’accordo nell’avvio della pratica di rimborso e nella suddivisione della somma riscossa. Se uno degli eredi decide di rinunciare all’eredità, la quota spettante viene redistribuita tra gli altri eredi legittimi, senza diritto di passaggio automatico agli eredi di secondo grado.

    La soluzione del “Buono Soluzione Eredità” e aspetti fiscali

    Una recente innovazione riguarda l’introduzione, da parte della Cassa Depositi e Prestiti, del Buono Soluzione Eredità. Questo strumento consente agli eredi beneficiari di un procedimento successorio concluso presso Poste Italiane di reinvestire, dal giorno lavorativo successivo alla liquidazione del valore dei buoni ereditati e fino a 90 giorni dopo, il capitale ricevuto in un nuovo titolo di durata fissa, a condizioni vantaggiose. Il procedimento di successione diventa quindi non solo passaggio patrimoniale, ma anche occasione di pianificazione finanziaria per gli eredi, che possono così continuare a beneficiare di uno strumento sicuro e garantito.

    Dal punto di vista fiscale, i buoni fruttiferi postali ereditati sono soggetti all’imposta sulle successioni. Gli importi riscossi rappresentano una componente della massa ereditaria e sono dunque passibili di imposta da versare in sede di dichiarazione. L’aliquota e le franchigie variano in base al grado di parentela tra il defunto e gli eredi e all’ammontare complessivo dell’eredità.

    Scadenza e prescrizione: cosa sapere

    Un aspetto cruciale riguarda la prescrizione dei buoni fruttiferi postali. I titoli hanno una scadenza naturale e, una volta raggiunta questa data, gli eredi hanno un termine massimo per richiederne il rimborso: tipicamente dieci anni dalla data di scadenza del buono. Superato questo termine, il diritto alla riscossione si estingue e le somme non possono più essere recuperate. È pertanto fondamentale che gli eredi verifichino tempestivamente sia la presenza dei buoni tra i beni del defunto sia le relative scadenze.

    Questioni frequenti e consigli pratici

    In molte famiglie, specialmente tra le generazioni più anziane, i buoni fruttiferi postali sono stati una modalità molto diffusa per conservare risparmi, anche di entità significativa. Spesso i parenti non sono pienamente informati circa la presenza di questi titoli, o vi sono incertezze sulle modalità di accesso ai valori dopo il decesso dell’intestatario.

    Tra le questioni che più frequentemente emergono:

  • Dubbio su dove siano custoditi i buoni, specie se cartacei: è importante verificarne l’esistenza tra i documenti del defunto o presso Poste Italiane.
  • Incertezza sulle modalità di divisione: è consigliabile avvalersi, in caso di conflitto o dubbi, del parere di un professionista come un notaio o un avvocato esperto in diritto ereditario.
  • Necessità di rapidità: onde evitare problemi di prescrizione o difficoltà nel recupero di titoli scaduti, è opportuno avviare al più presto la pratica di successione.
  • Un ulteriore consiglio pratico è quello di pianificare la successione e di discuterne in famiglia, informando preventivamente gli eredi sulla presenza dei buoni e sulle modalità di gestione, per evitare incomprensioni e conflitti nel momento delicato della perdita di un familiare.

    Per approfondire aspetti normativi, la fonte normativa primaria resta il Codice Civile e le regole sulla successione ereditaria, a cui si affiancano le disposizioni specifiche previste dalle Poste Italiane.

    L’esatta conoscenza delle procedure e la tempestiva presentazione dei documenti richiesti sono la chiave per evitare brutte sorprese e per assicurare una piena tutela dei diritti degli eredi sui buoni fruttiferi postali. In definitiva, il passaggio di questi titoli all’interno del patrimonio familiare rappresenta una fase delicata ma gestibile, se affrontata con la corretta consapevolezza normativa e pratica.

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